Enoteca Pinchiorri

Autentico tempio del vino e istituzione mondiale enogastronomica, l’Enoteca Pinchiorri vanta ben 45 anni di storia e innovazione continua, premiati da 3 stelle Michelin e dal primo Grand Award di Wine Spectator europeo. Due riconoscimenti che insieme descrivono il matrimonio perfetto tra cucina di altissimo livello e una cantina tra le più importanti al mondo (ben 100.000 bottiglie, per 3.500 referenze). Sedersi al tavolo è un’esperienza sorprendente. Precisa, ma informale.

L’Enoteca Pinchiorri si trova a pochi passi da Piazza della Signoria, in pieno centro a Firenze, ospitata nel settecentesco Palazzo Jacometti-Ciofi, in via Ghibellina. La sua storia comincia con un locale non ancora esclusivo, chiamato inizialmente Enoteca Nazionale. Diventa vero e proprio ristorante a partire dal 1974, negli anni in cui Giorgio Pinchiorri, assunto come sommelier, ideerà e lancerà la moda di servire al bicchiere vini pregiati.

Assieme a Giorgio entra nello staff la nizzarda Annie Féolde, giovane cuoca che comincia elaborando piccole proposte stuzzicanti da accompagnare proprio ai vini sbicchierati. I due diventano coppia e insieme, nel 1979, acquistano il ristorante, che da qui in poi si chiamerà Enoteca Pinchiorri. La rivoluzione della cucina internazionale inizia proprio qui, in questo luogo, a Firenze, dove oggi anche il servizio è curato come un walzer.

In quel periodo non esistevano in città che molte trattorie, mancava una proposta diversa e innovativa. Ecco il vuoto che avrebbe riempito l’Enoteca Pinchiorri, con decisione e maestria.

La cucina prende le sue mosse dalla tradizione toscana, rinnovandola con tocchi sorprendenti, ma senza mai scadere in puri artifici. Alla base c’è sempre l’esaltazione della materia prima e del territorio, fin dall’inizio è una vera “cuisine du marche”.

Attenzione e rispetto per l’ambiente, infatti, vengono celebrati nella ricerca di materie prime che rispettano il pianeta e gli uomini, costruendo un’offerta gastronomica sui valori di sostenibilità e biodiversità, scacciando con stile la diffusissima piaga dell’omologazione.

Perché è proprio questo che ci si deve aspettare dall’esperienza Pinchiorri: essere travolti dal gusto, ma con ricette tradizionali. Sentirsi coccolati nel lusso, eppure accolti in modo caloroso.

Un esempio su tutti, un secondo piatto delizioso, capace di esaltare gli ingredienti di base al massimo, celebrare la tradizione italiana e rinnovarla: Agnello delle Dolomiti Lucane: il carrè arrosto con cavolfiore al burro di arancia e budino d’arachidi in umido, servito con crema montata di cavolfiore e polvere di alloro. Leggendo il titolo del piatto sembra una portata complicata, ma il palato sa ben decodificare l’insieme, valorizzando i sapori singoli.

La ricerca della perfezione si unisce all’innovazione, la carne viene omaggiata nel suo sapore più intenso, con assoluta attenzione alla texture, quasi impalpabile e alla soffice consistenza. Un vero ritorno alle origini, una cucina che si concentra sull’ingrediente principale, senza cercare di stravolgerlo, riempiendolo di guarnizioni o salse. Il manifesto della perfetta e gustosa semplicità.

Sedetevi. Comincerà un viaggio inedito. Nel palato piccole deflagrazioni di sapore si susseguono, riportando la mente alla spensieratezza dell’infanzia, a quel tempo in cui tutto sembrava sereno. È lì il cuore dell’esperienza. Un menù di piatti capaci di stupire con piacere e grandiosità, senza compromessi e scavalcando qualsiasi banalità, pur rifacendosi alla tradizione.

Lasciate che “Anna” e “il Pinc” (così si chiamano tra di loro i due) vi guidino in un emozionante viaggio sensoriale.