Federico Maria Sardelli

Via dei Serragli, accanto al Giardino Torrigiani, in quella parte di Oltrarno in cui sembra che il tempo si sia fermato, in quella stessa “casa bella” dove abitò Nathaniel Hawthorne, c’è oggi un piccolo studio incantevole, dove la poesia aleggia e rapisce.

È lo studio di Federico Maria Sardelli, artista poliedrico, direttore d’orchestra (direttore anche dell’Orchestra del Maggio fiorentino è uno dei direttori più famosi attualmente a livello internazionale), solista di flauto, maggiore studioso di Vivaldi al mondo, pittore, vignettista, compositore. Non a caso premiato nel 2009 il Gonfalone d’Argento del Consiglio regionale della Toscana per “l’eclettismo artistico e lo spessore culturale evidenti”.

Tra mille libri, tele, quadri, quadretti, pennelli, strumenti e un torchio, in un ordinatissimo caos barocco, la sua pittura svela come molte delle esperienze “contemporanee” (da Picasso a Kandisnsky) siano da lui ormai considerate sorpassate, in virtù della potenza “del vero”. Nelle sue creazioni emerge, tuttavia, una capacità di racconto e di emozionare che esula dall’iper-realismo, per approdare a un neo-barocco contemporaneo. Un nuovo Oscar Ghiglia, forse.

Volto sottile, pizzo e baffi ordinati gli conferiscono una fisionomia curiosa, “molto ben riconoscibile” come lui stesso afferma, e soprattutto “facile da ritrarre”. I ciuffi di capelli argentati lo definiscono ancora più come artista e come autentico toscano, e da vero toscano a lui non manca mai la voglia di scherzare. “Faccio tutto per soldi”, ad esempio, afferma ridendo in una intervista recente.

La stessa vena satirica che per 45 anni lo ha portato a fare il vignettista su Il Vernacoliere, celebre giornale livornese dall’umorismo dissacrante. Le sue vignette sono, ad esempio, quelle de “Il bibliotecario”. Provate a leggerle e poi diteci che corrispondono al profilo di intellettuale che siamo abituati a crearci in mente. Provate a leggerle e poi partecipate a un concerto diretto da lui.

Livornese trapiantato a Firenze da alcuni anni, è spesso fuori dal suo studio, ma se avrete la fortuna di entrare in questa bottega, rimarrete sbalorditi.

Vi troverete esattamente nel luogo dell’arte, nel momento in cui questa viene realizzata.

E se troverete la porta chiusa potete sempre recarvi alla Libreria Antiquaria Mazzei, dove spesso alcune sue opere sono esposte e messe in vendita.

Non semplicemente un luogo da visitare, il massimo dell’essenza toscana.