Officina Profumo Santa Maria Novella

La farmacia storica più antica d’Europa e uno degli esercizi commerciali più antichi al mondo: uno dei luoghi meno frequentati dai turisti, ma tra i più storici di Firenze, l’Officina Profumo Santa Maria Novella.
Via della Scala, 16, un indirizzo molto vicino alla stazione centrale e al complesso conventuale di Santa Maria Novella. Da fuori si viene rapiti subito da un lieve profumo che volteggia nell’aria.

Qui nasce la tradizione dei mastri profumieri.
Caterina de’ Medici, sposa del futuro Re di Francia Enrico II, portò alla corte di Versailles il primo profumo, realizzato proprio per lei, col nome “Acqua della regina”. Allora il profumo era poco diffuso in Francia, mentre i Medici, a Firenze, ne facevano già largo uso.

Andando oltre alle leggende, siamo qui per entrare in un portale spazio-temporale, magico.
Più di quello di Diagon Alley.
La storia del luogo dove state per accedere comincia nel lontano 1221, l’anno di fondazione del Convento di Santa Maria Novella. I frati cominciarono la loro attività con un “hortus conclusus“, coltivando erbe medicamentose, chiamate “semplici”.

Si accede all’Officina Profumo Santa Maria Novella da un portale in pietra serena, su cui capeggia il sole fiammeggiante, simbolo dei domenicani. La prima Sala che si incontra è quella di vendita, originariamente una cappella del convento, poi ristrutturata nel 1848 per accogliere i sempre più numerosi clienti. Per questo gli affreschi che adornano le pareti rappresentano i quattro continenti, sono metafora di una espansione avvenuta e in essere verso Cina, India e Russia.

A destra si trova la Sala Verde, dove venivano ricevuti i personaggi più importanti, facendoli sedere e omaggiandoli con Alchermes (ricetta originale scritta da Fra’ Cosimo Bucelli, nel 1743), China (una volta ritenuto un portentoso elisir) e Cioccolata. Accanto vi è anche la Sacrestia, chiamata poi “Sala delle Acque”, poiché veniva usata fin dal XVII secolo come “aromateria”. Qui sono stati riportati ai colori originali gli affreschi di Mariotto di Nardo, con storie di Cristo (fine XIV sec.).

In tutta la farmacia sono esposti strumenti scientifici e contenitori databili tra il 1600 e 1900, ovunque si respira l’incrocio tra passato e presente.
Nel museo, insieme ai vasi in terracotta di Montelupo, c’è anche un esempio di “bottiglia fiorentina”, forse inventata da Leonardo da Vinci, utile a dividere l’acqua dagli oli essenziali.

La cosa incredibile è che, a differenza di qualsiasi storia, qui si può interagire liberamente con ricette e preparati del passato. Sperimentate, aiutati dalle gentilissime e preparatissime commesse, l’Acqua di fiori d’arancio (profumata e tonica), l’Acqua di rose (prodotto tradizionale) o ancora l’Acqua antisterica, o Acqua di Santa Maria Novella, particolare miscela di principi essenziali di sceltissime piante aromatiche come la balsamite, la menta e la cannella di Ceylon.

“Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell’apparenza, del sentimento e della volontà. Non si può rifiutare la forza di persuasione del profumo, essa penetra in noi come l’aria che respiriamo penetra nei nostri polmoni, ci riempie, ci domina totalmente non c’è modo di opporvisi” (Patrick Suskind, Il Profumo).