Pirellone, la lampada

Quando pensiamo a Giò Ponti, la mente corre subito al Pirellone, il grattacielo di Milano, uno dei più alti al mondo in calcestruzzo armato (127,1 m). Ma c’è un altro Pirellone, la lampada creata dal genio milanese e battezzata con lo stesso nome.
Giò Ponti è difficilmente definibile solo come architetto o come designer. Forse, come suggerisce il suo cognome, è stato un uomo capace di vedere il legame tra ogni forma.

Giò Ponti ha ideato il concetto di “abitare domestico”, dando nuove forme ai materiali tradizionali e accostandoli a tutte le innovazioni tecnologiche contemporanee.
Un ponte tra passato e presente, il primo a progettare un’intera abitazione, dal tavolo ai quadri appesi alle pareti, passando dal cucchiaio. Fino all’illuminazione, che con lui diventa protagonista.

(La casa all’italiana è) “bella come un cristallo, ma forata come una grotta piena di stalattiti, una casa vivente, versatile, silente, che si adatta continuamente alla versatilità della nostra vita”.
– Giò Ponti
Insieme a mobili con le ruote, funzionali e pronti a differenti utilizzi, la luce assume un ruolo centrale nella progettazione degli spazi, con l’intento di vestire e rendere più grande lo spazio.

È il 1960 e Giò Ponti vede concluso il suo progetto più famoso, il Pirellone, che ambiva a dare un nuovo volto a Milano. “Così come Firenze e Roma hanno le colline, Napoli ha il mare, le isole e il Vesuvio (…) Dio ha aiutato molto la bellezza di queste città, ma per Milano Dio non ha fatto niente, quindi sta a noi fare in modo che Milano sia una bella città”.
7 anni dopo l’architetto progetta una lampada da terra battezzandola “Pirellone”.

La lampada Pirellone ha una figura essenziale, eppure imponente. La montatura in ottone nichelato sostiene i vetri temperati e curvati, dando origine a una struttura semplice, minimalista, in cui si fondono le due principali ispirazioni di Giò Ponti: il neoclassicismo e la sperimentazione. La sua eleganza di colonna nel buio è equivalente alla sua sobrietà da spenta. Anche di giorno dialoga con gli altri elementi di arredamento, senza imporsi nonostante le sue dimensioni.

Da quaranta anni sempre in produzione e in vendita per Fontana Arte, di cui l’architetto è stato direttore artistico, la lampada Pirellone si inserisce nella Presidential Suite di ETRA come uno strumento all’interno di una orchestra. Una voce di un insieme corale, capace di dialogare con gli altri elementi, senza imporsi, nonostante le dimensioni. Nella camera da letto illumina una riproduzione di un quadro di Alfons Mucha, regalando un’atmosfera intima, romantica e di design.